In memoria della promozione dei libri su Facebook

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Qualcuno tirerà il fiato, qualcun altro non ci crederà, qualcun altro ancora dirà che l’aveva già detto (c’è sempre qualcuno che l’aveva già detto). Comunque sia, dopo il mio post sulle 10 cose da NON fare quando ci si promuove sui social, sul blog di Emma Books, ecco l’undicesima: NON promuovetevi sui social.

Lo dicevo anche in apertura a quel post, i social non sono uno spazio, sono una traiettoria, e quella traiettoria si è già lasciata alle spalle la promozione dei libri come la conoscevamo fino a ieri. È diventata obsoleta, inutile e secondo me anche controproducente. Fa lo stesso effetto di una mail di spam nella casella di posta, di un volantino per strada, dei consigli della suocera: nel migliore dei casi la ignoriamo, nel peggiore ci infastidisce.

Questo non significa che si debba smettere di parlare di libri sui social, neanche dei propri. È solo cambiato – e molto – il modo di farlo.

Per cominciare, non parlate dei vostri libri, dateli per scontati (proprio come dareste per scontato di avere ragione con la suocera). Usate i social per fare rete, per consigliare i libri altrui, per scoprire nuove uscite e perché no? per annunciare l’uscita di un vostro libro o una promozione. Ma fermatevi lì. Evitate le autocitazioni, evitate di spammare nei gruppi, evitate soprattutto di infilare il vostro libro nei commenti ai post altrui o, peggio ancora (l’unico di questi errori che non ho mai commesso) di consigliare il vostro titolo a chi chiede – ingenuamente – un consiglio per la sua prossima lettura e si ritrova sotto la bibliografia dei membri del gruppo. Potete usare i social per approfondire l’argomento di un vostro romanzo, mostrare scarpe assurde se il libro parla di scarpe, svelare la ricetta del piatto che mangiano le protagoniste, raccontare del borgo in cui l’avete ambientato o dare consigli di trekking se la vostra protagonista è un’appassionata. Potete fornire spunti, contenuti, intrattenere. Andare verso i vostri potenziali lettori, senza chiedere niente in cambio. Quello che gli esperti chiamano inbound marketing, insomma.

Scrittore avvisato mezzo salvato. La promozione dei libri sui social è morta. Viva la promozione dei libri sui social.

18 risposte a "In memoria della promozione dei libri su Facebook"

  1. Sbaglio, o è quello che facciamo nel Gruppo, al mercoledì? Si parla di argomenti interessanti (la lista della spesa? Come mi sono incasinata a mandare la sinossi alla casa editrice? Tormenti e delizie del rapporto con l’editor?) e poi, in sordina, si suggerisce un proprio libro. Il potenziale lettore legge il post, si diverte, commenta e poi, speriamo, dà anche un’occhiata alla pubblicità. Ma solo perché, a quel punto, si è creato un feeling con l’autore.

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  2. L’ha ribloggato su Il Blog di Sabrina Grementierie ha commentato:
    Quando si parla di promozione sui social bisogna ricordare di mantenersi al passo con i cambiamenti, e soprattutto “mai fare agli altri quello che non vorresti essere fatto a te”. Spam, autopromozione selvaggia, messaggi privati con link e consigli di lettura dei propri libri e tanto altro. Siate umili, educati e coinvolgenti.

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  3. pensavo che i social fossero un buon mezzo per la divulgazione, ma mi sono accorta che hai ragione, promuoversi non serve a nulla, se lo fai spudoratamente è controproducente, se non lo fai sei invisibile.

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  4. Esatto, hai colto la sostanza del dilemma. Se non lo fai sei invisibile, verissimo. E ti dirò che fino a ieri io lo facevo in modo spudorato, ma a essere sincera mi è servito soprattutto a conoscere persone molto interessanti, non a vendere di più.

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  5. d’istinto ho evitato di citare direttamente i miei libri. Cito invece i luoghi dove li ho presentati e che altrimenti non avrei mai visto. Le difficoltà che incontro con l’editore. Quella categoria di notizie che, raccontate con un po’ di ironia, riescono a far sorridere il lettore. Grazie di aver precisato.

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