MANUALE DI NON SCRITTURA CREATIVA/3

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E siamo al terzo post del manuale che nelle mie intenzioni dovrebbe cercare di farvi capire che cosa passa nella testa delle persone che leggeranno il vostro manoscritto. Una sorta di traduttore simultaneo, dal Voglio diventare scrittore al Prima devi passare sul cadavere del tuo manoscritto (no, non è davvero così, ma non ho resistito…).

Nei due post precedenti avete risposto alla prima domanda e anche alla seconda, quindi ora dovreste avere le idee più chiare. O almeno sapere per quale motivo qualcuno dovrebbe leggervi (secondo voi, ma è sempre meglio di niente) e che cosa volevate raccontare (ed è la parte più difficile, credetemi, anche se sembra la più scontata).

Terzo passaggio, ossia il terzo aspetto che viene preso in considerazione dopo la lettura di un inedito. Il protagonista.

Sorvoliamo per il momento sul fatto curioso che di solito il protagonista è meno riuscito dei personaggi secondari (stress da prestazione, immagino) e anche sul fatto che ci sono protagonisti talmente odiosi che viene sinceramente da farsi qualche domanda sull’autore. Sorvoliamo anche sul fatto che suscitano sempre qualche sospetto i protagonisti super eroi, super dotati, super simpatici, super sexy, super intrepidi (un po’ è lecito usare la letteratura per compensare la vita reale, ma non esagerate, che si nota; e sì, ho usato solo il maschile, perché mi spiace dirlo, anzi no, non mi spiace neanche un po’: a farlo sono quasi sempre gli uomini).

Sorvoliamo, appunto, e poniamoci la nostra fatidica domanda. Che in questo caso non è una ma sono due.

Com’è il protagonista all’inizio del libro? Domanda numero uno e domanda numero due:

Com’è il protagonista alla fine del libro?

Trova le 10 differenze.

E vi conviene trovarle, perché altrimenti ci sono serie possibilità che il romanzo non funzioni. Se non racconta una trasformazione, una crescita, un percorso di qualche tipo, potrebbe significare che non c’erano abbastanza ostacoli o conflitti che lo obbligassero a cambiare e che in definitiva, il protagonista deve essersi annoiato parecchio. Quindi figuratevi il lettore.

Sì, è vero, c’è una possibile eccezione: che il protagonista sia rimasto lo stesso e sia il mondo intorno a lui a essere cambiato. Ma a parte il fatto che vi sconsiglio sempre caldamente di cercare rifugio nelle eccezioni, anche in questo caso almeno qualche differenza dovreste trovarla. Perfino il granitico Bruce Willis, insomma, in Trappola di cristallo cambia almeno il colore della canottiera. 🙂

14 risposte a "MANUALE DI NON SCRITTURA CREATIVA/3"

  1. articolo interessantissimo e domanda ancora di più! il gioco delle differenze è bellissimo 😉 in effetti mi viene spesso da farlo al termine del libro, proprio perché ci tengo a mostrare una crescita. Devo cominciare ad appuntarmi tutte le differenza per capire se funziona 😉

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  2. Grazie Jessica! Esatto, è proprio così. Sembra banale, ma capita più spesso di quanto non si creda, che il protagonista ne passi di ogni e non cambi di una virgola. Alla prossima!

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  3. Io sono uomo. Forse non ho capito bene alcune parole del post. Mea culpa. Ma inteso che si fanno personaggi troppo intrepidi da parte di autori uomini ? O si fanno protagonisti super dotati uomini ??

    Che non ho colto la leggera (ma neanche tanto) differenza. Me lo racconti ? Scusa se non ero passato al secondo post che ho comunque letto. Mi è piaciuto molto anche quello. Coglierò occasione di scrivere qualche di cosa anche là!

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  4. Caro Carlo, intendevo dire, scherzando (ma con un fondo di verità) che uno degli errori che riscontro nei manoscritti è che i personaggi (non riusciti e mal caratterizzati) sembrano messi sulla pagina, più che per raccontare una storia, per compensare le manchevolezze dell’autore nella vita reale, per realizzare i suoi sogni nascosti. E, ma forse questo in effetti nel post non era molto chiaro, che un personaggio che parte da queste premesse non potrà mai funzionare, perché si mette al servizio dell’ego dell’autore, di un certo narcisismo di fondo, e non della storia. Che poi questo tendano a farlo più gli uomini che le donne è una mia impressione, dopo anni di letture, ma potrei sbagliarmi e probabilmente esiste l’equivalente femminile, solo che non mi è venuto in mente. A presto!

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  5. Aaaah, i cosidetti personaggi perfetti. In effetti, anche io forse ne sono un po’ vittima. Il mio personaggio veniva dai giochi di ruolo. Descrivevo pregi e difetti. Comunque, ora ho capito sì.

    A me puoi dire tutto quello che vuoi. Sì, forse siamo un po’ più tendenti alla perfezione dei nostri protagonisti. Anche se, se devo essere sincero, temo che dipenda dal fatto che molti protagonisti dei libri che ho letto (pochi purtroppo lo ammetto visto che leggo sulla media italiana di tre o quattro libri l’anno) sono effettivamente uomini.

    Una volta avevo cominciato un libro senza finirlo di una protagonista donna, scritto da una donna. Ho visto descritte paure, sospetti di tradimento, paranoie …

    Spero di aver reso l’idea. 🙂

    Il tuo manuale di scrittura non creativa mi piace proprio. Finalmente qualcuno che ha coraggio di mettere le mani nel fango ed insozzarlo. Fuori dalla propria comfort-zone. Alleluja alleluja.

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  6. sto rileggendo i post e penso proprio che li pubblicherò sulla nostra pagina EWWA fb ufficiale. Che ne dici Mara? Mi sembra una buona idea condividerli : è così raro trovare qualcosa di coraggioso, chiaro, puntuale e assolutamente sacrosanto!
    ps anche il granitico Bruce a volte cambia: Armageddon è uno dei nostri cavalli di battaglia e un film che amo, un action con cambiamento, una vera rarità! la brevissima sequenza finale nella quale lui, prima di immolarsi per salvare la Terra, ricorda la figlia bambina sull’altalena secondo me vale tutto il film.

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