Se non sono principi non li vogliamo

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Non ho mai capito come si possa sostenere che le favole Disney, soprattutto quelle di un tempo, siano maschiliste.

Per cominciare, non c’è una sola protagonista che sappia fare i lavori di casa in modo decente. Biancaneve fa soltanto finta mentre dirige i poveri animaletti del bosco (fateci caso, lei non muove un dito), le fatine della Bella addormentata quando provano a mettere insieme una torta e a cucire un vestito combinano disastri di dimensioni epiche. E Cenerentola, be’, sui lavori domestici niente da dire, ma come sarta anche lei non era proprio un granché.

L’unica cosa che riesce bene un po’ a tutte è cantare. Più che aspiranti casalinghe, insomma, sembrano aspiranti cantanti pop.

Ma i principi… La parte migliore sono i principi. Guardateli bene. Dove li trovate degli uomini così realistici? Che prima ti baciano e poi ti chiedono come ti chiami, da soli non ne combinano una giusta e finché non arriva una donna (o tre fatine) non trovano manco le armi prima di uscire di casa. Le favole hanno preparato generazioni di bambine alla cruda realtà del lato inutile dell’universo maschile, diciamocelo. Per fortuna c’erano Peter Pan e Robin Hood a risollevare un po’ le sorti del sesso forte.

Chi sostiene che le favole Disney siano maschiliste cade in un equivoco molto simile a quello di chi dice altrettanto del rosa. Un equivoco molto maschile, peraltro. Ossia la convizione che tutto giri intorno agli uomini, solo perché ogni tanto si parla di loro e ce li si ritrova, più o meno abusivamente, in qualche sospiro.

Del resto, qualcuno ha mai creduto davvero che le donne vadano dal parrucchiere per piacere agli uomini? Quando è scientificamente dimostrato che non se ne accorgono e che le poche volte in cui lo fanno non ci capiscono niente? Nossignori, le donne vanno dal parrucchiere per piacere alle altre donne. Proprio come leggono rosa per sognare e dettare le proprie regole. Quindi che cosa cambia se la principessa in questione vuole aprire un ristorante o tirare con l’arco o andare a una festa con il principe? L’importante è che abbia un sogno e che non smetta di provare a realizzarlo finché non c’è riuscita.

Con il rosa non è molto diverso. Gli uomini del rosa sono pura fantasia. Nessuno crederà mai che da qualche parte si aggirino adoni romantici, intelligenti, tartarugati, sensibili, premurosi, coraggiosi e già che ci siamo anche bravi in cucina. Roba che una alza gli occhi dall’ereader e guarda l’altra metà del letto e si chiede dove ha sbagliato. No. Gli uomini del rosa non esistono, sono solo sogni travestiti. Meno realistici ancora dei principi delle favole. Quindi che cosa c’è di male a inseguirli, quando in realtà quello che stiamo inseguendo sono i nostri sogni. Quello che vuole davvero chi legge rosa è diventare protagonista della propria vita.

E ditemi voi se esiste un argomento più femminista di questo.

6 risposte a "Se non sono principi non li vogliamo"

  1. Mi piace questa visione ‘femminista’ dei romanzi rosa e dell’inseguire i propri sogni. Tra l’altro, secondo me, se una donna persegue i propri obiettivi fino in fondo (anche in termini di uomo ideale) potrebbe non raggiungere esattamente quello che si è prefissata ma almeno avvicinarcisi… E rispetto a chi non insegue quello che vuole oppure non sa nemmeno identificare ciò che desidera… C’è una bella differenza 😊

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  2. Non vorrei spezzare lance a favore del mio genere che – ammetto – è drammaticamente incapace di “leggere” il sentire femminile. Ciononostante vi sono uomini che nei rapporti di coppia hanno lasciato prevalere la loro “sfera rosa” con l’unico scopo di offrire alla propria donna l’idealità spirituale che desiderava. Tra questi uomini ve ne sono alcuni che hanno pagato amaramente tale scelta ma, per fortuna, proseguono in tale direzione. Anche se sanno che potranno, di nuovo, farsi del male.
    La mia esperienza mi porta a dare più ragione a Oscar Wilde che voleva il rapporto amoroso fatto di “carnefice e vittima” che si alternassero nei ruoli a seconda delle circostanze.
    Che la società fondata sul maschilismo e sul machismo abbia fallito clamorosamente, è fuori discussione. Ma oggi non v’è equilibrio, bensì prevalenza dell’uno o dell’altro sesso. Che, a mio modesto avviso, è un altro ineluttabile fallimento.
    Il tuo post è bellissimo, ricco di spunti. Ne potremmo parlare per ore. Ma qui lo spazio è tiranno.
    Grazie per averlo condiviso.
    Ciao,
    Piero

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