«Sai qual è il vero problema con gli e-reader?»
«Ho la sensazione che stai per rivelarmelo», borbotta Amelia, senza alzare lo sguardo dal suo libro cartaceo.
«Tutti pensano di avere buon gusto, ma la maggior parte della gente non ce l’ha. Direi anzi che la maggioranza ha gusti pessimi. Se lasciata a se stessa, sola col suo aggeggio, legge porcherie e non se ne accorge neppure.»
«Sai qual è il bello degli e-reader?» chiede Amelia.
«No, mia cara signora-lato-positivo, e non voglio saperlo.»
«Be’, per quelle di noi i cui mariti stanno diventando ipermetropi, e non faccio nomi; per quelle di noi i cui mariti stanno raggiungendo la mezz’età e stanno perdendo la vista; per quelle di noi i cui mariti sono individui patetici…»
«Vieni al punto, Amy!»
«Un e-reader permette alle sfortunate creature di cui sopra d’ingrandire il testo quanto vogliono.»
Gabrielle Zevin, La misura della felicità, Nord, 2014.
Supplemento. Riconosco l’età di chi mi manda i file (recensioni, interviste, presentazioni) da due elementi: la grandezza del carattere (sotto i 30: 10; da 30 a 40: 12; dopo: 14/16/18) e la percentuale di visione (io viaggio al 175%, ma le ragazzette piazzano al massimo un 100%).
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Non mi pare che il gusto di chi legge cartaceo sia migliore. Almeno a giudicare dalle recensioni.
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Quanto hai ragione, Babette. E quanto desidero che i programmatori di Facebook e social assortiti arrivino a loro volta al nostro 175%… 🙂
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No, hai ragione, ma detto dal personaggio del libro la trovo una battuta geniale!
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