Ciccio, il complesso di Nonna Papera e il femminismo rosa

Gus_GooseNon ce l’ho mai avuta con i personaggi di Walt Disney. Come ho già scritto, sono convinta che le favole che ha riadattato siano molto più femministe di quanto sembrino. Poi però mi sono ricordata di lui. La tessera che fa crollare la mia teoria. Il personaggio che, zitto zitto, ha fatto più danni di tutti.

Ciccio.

Ciccio, che ronfa mentre Nonna Papera sgobba tutto il giorno. O meglio, mentre Nonna Papera è felice e orgogliosa di sgobbare tutto il giorno, di cucinare per l’intero parentado quando si presenta senza preavviso, di saltellare allegra dal bucato, alla stalla al lavello come se fosse la sua principale ragione di vita.

Ora, per carità, massimo rispetto per Nonna Papera che tiene alte le speranze dei pensionati di mezzo mondo. Ma ci fosse uno straccio d’uomo che si fa il mazzo almeno la metà di lei. E soprattutto, perché Ciccio e non Ciccia? Perché non c’è un solo personaggio femminile in almeno una striscia di Topolino che passi tutto il giorno a dormire e a ingozzarsi di panini?

Quanto sarebbe stata diversa, la nostra vita, se fossimo cresciute leggendo di personaggi femminili che gozzovigliavano tutto il giorno suscitando al massimo un’alzata di sopracciglio in segno di disapprovazione, seguita da un sorriso divertito? Se ci fosse stata una Ciccia, nella nostra infanzia, a rassicurarci sul fatto che non eravamo obbligate a cucinare torte e a fare il bucato. Che ogni tanto, non dico sempre, solo ogni tanto, una donna può anche stendersi e non alzare un dito a meno che non le pruda il naso.

E invece no. Perché il dolce far niente delle donne – Clarabella docet – è infarcito di palestre, shopping, parrucchieri ed estetiste. Alla faccia del riposo. Questo è un lavoro, e bello faticoso anche. Un po’ come a dire, se proprio non sai fare la torta alle mele, almeno vestiti in modo decente e fai la tua porca figura.

E se io invece volessi fare Ciccio? Se avessi una fame atavica di riposo e relax, e fossi disposta a rischiare di finire spalmata in forma di paté pur di saziarla?

Cari sceneggiatori Disney, se proprio volete fare i femministi, piantatela con le principesse che in realtà vogliono tanto lavorare e mettere su un ristorante o tirare con l’arco. Questa parte la sappiamo, sono anni che ci facciamo il culo, non c’è bisogno che veniate a spiegarci voi come si fa.

Perché invece non ci insegnate a poltrire senza sensi di colpa, senza inseguire altro piacere che quelli della gola e del sonno (no, neanche una ruzzolatina nel fieno, scordatevelo), magari circondate da uomini che fanno la torta di mele e ci guardano con un sorriso comprensivo? Di questo sì che avremmo un gran bisogno. Questa sì che sarebbe una vera svolta femminista. Perché fra tante donne esauste, troppo stanche per qualunque cosa tranne che per i sensi di colpa, è un miracolo che qualcuna di noi riesca ancora a lottare per i nostri diritti. O per costruirsi una vita che le assomigli di più.

Insomma, finalmente ho capito che cosa manca nella mia vita. Una Ciccia. Che mi insegni a riposarmi, a saziarmi al primo accenno di fame senza metter tempo in mezzo, che sia fame di panini, di emozioni o di me stessa.

Voglio fare Ciccio, ogni tanto. E senza dover riempire sacchetti di scarpe o vestiti, senza andare dal parrucchiere, senza fare pilates, senza ricoprirmi di creme di bellezza, senza neanche leggere un libro… Solo saziandomi di me stessa, per il puro gusto di farlo, beatamente dimentica del mondo e degli altri. Perfino dello strofinaccio. E non importa se non ho lo stomaco di Ciccio e al terzo panino mi verrà la gastrite. Non importa se a stare distesa senza far niente non so se arriverà prima l’orticaria o il mal di schiena. Mi basterebbe sapere di avere il diritto di farlo. Questo sì che varrebbe un intero banchetto.

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4 risposte a "Ciccio, il complesso di Nonna Papera e il femminismo rosa"

  1. Lo sai che adoro leggerti. Ma forse non sai quanto ho bisogno di leggere queste parole. E quanto sia difficile -vogliamo dire impossibile-?- liberarsi dei sensi di colpa. Ma mi sproni a lavorarci. E ti ringrazio. Grande Mara.

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  2. Il senso di colpa è una bruttissima bestia: inculcatomi (da donne) ancora nell’infanzia é difficilissimo riuscire a liberarsene.
    Ma ce la si può fare…piano piano.

    Scrivi benissimo e fai riflettere con un grande senso dell’humor, complimenti
    Un sorriso
    Ondina 😃

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