Mamma, e se ti facessi una vita?
Non dico che quella che hai non vada bene, però ogni tanto assomiglia un sacco alla mia. Come quel giorno che credevo di avere un Whatsapp tutto mio e invece mi hai detto che no, è il tuo, anche se la foto è la mia. Che hai messo la mia foto perché mi vuoi un sacco di bene. E non è che non mi faccia piacere, anzi, l’ho perfino detto alla maestra che parli sempre di me su Facebook, solo che mi sembra un po’ strano. Se c’è il tuo nome, non dovresti metterci la tua di foto e usarlo per raccontare gli affari tuoi?
La maestra ha detto che sono molto fortunato, perché è chiaro che per te sono molto importante. Mi ha anche detto che c’erano tre errori nell’esercizio di matematica che mi hai fatto tu e che devi, cioè devo, ripassare le tabelline. E ha detto che il tuo blog è molto carino e che non avrebbe mai pensato che io facessi ancora la pipì a letto a sei anni.
Ecco, mamma, io sono molto felice che tu parli di me nel tuo blog, ma quella parte dovevi proprio scriverla? O di quella volta che ti ho detto che volevo baciare la Claudia perché sapeva di fragola o di quella volta che ho giocato a tiro a segno con il pisellino? Dovevo proprio scriverlo nel tuo blog?
Ma se invece ti facessi una vita solo tua, mamma?
Lo so che non è tanto facile con tutte le lezioni di yoga e di pilates e di acrobazia e di zumba a cui mi porti e che non trovi neanche il tempo di andare in palestra, figuriamoci. E lo so che l’altro giorno hai perso un’ora solo per cancellare tutte le foto della gita a teatro da Whatsapp, che poi in realtà si vedeva soltanto Carlo perché le foto le aveva fatte la sua mamma, e lo so che spiegarmi le divisioni a due cifre è stata una faticaccia e che per fortuna poi la mamma di Giulio ti ha mandato quel video di Youtube dove lo spiegavano benissimo e usavano un metodo molto più facile di quello della maestra.
Però io ti volevo dire di non offenderti, ma che quando sarò grande sulla mia pagina Facebook ci metterò la mia di foto, non la tua. E anche su Whatsapp, credo. Spero che non sia un problema, questa cosa, se mi farò la mia vita e tu non ci sarai tanto. Perché io ti vorrò bene lo stesso, anche con la mia vita, questo ci tenevo a dirtelo. E secondo me dovresti mettere la tua di foto su Whatsapp, visto che sei la mamma più bella del mondo.
Molto molto bello. E significativo ☺
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Grazie, Gisella!
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Mi vengono in mente foto e scritte su Facebook. “Al mio unico amore, nel giorno del suo compleanno”. No, non è il marito: è il figlio. “Sei la mia unica ragione di vita” e questa volta foto e frasi si riferiscono alla figlia. Il marito non è mai nominato da queste madri al 1000% e mi chiedo perché. Una maternità così concepita mi fa paura. L’ho detto.
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E hai fatto bene a dirlo. A me sono soprattutto le foto dei figli nel profilo che lasciano un po’ perplessa. Forse ho una idea arretrata della foto del profilo, da badge, non so. Ma mi vien sempre da pensare che ci sia qualcosa che non torna. Una cosa è l’orgoglio di mamma, una cosa è la propria identità come persona. Ma forse sono vecchia io. 🙂
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Non sei vecchia, tranquilla!
Nemmeno io concepisco tutte quelle foto del profilo dei figli (pure un pochino pericoloso postarle, oltre tutto!) e pure tutte quelle foto di famigliole felici tipo mulino bianco mi fanno un po’ senso…
Cosa si deve o si vuole dimostrare???
Tutto ‘sto mettere in piazza… boh, mi sa che sono vecchia io…
Complimenti per le tue riflessioni con cui sono d’accordo molto spesso.
Un sorriso
Ondina
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