Dieci cose da non fare se vuoi promuovere il tuo libro sui social

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1. Non promuovere, informa chi ti segue. Il tuo scopo come scrittore è crearti un pubblico, non vendere copie. Per quello ci sono i librai, che lo sanno fare meglio di te.

2. Abbi la serenità di accettare le recensioni negative che non puoi cambiare, il coraggio di cambiare i difetti che puoi migliorare e la saggezza per conoscere la differenza.

3. Se qualcuno chiede un consiglio su un libro da leggere non suggerire il tuo con entusiasmo e con tanto di link per l’acquisto. È un po’ come raccontare una barzelletta e scoppiare a ridere da solo.

4. Non taggare cento persone inconsapevoli all’uscita del tuo libro. Neanche cinquanta o venti. Neanche una.

5. Non mandare messaggi privati per fare promozione. Hai presente quando ti squilla il telefono e tu stai facendo il bagno a tuo figlio e corri fuori sgocciolando ovunque e arrivi alla cornetta un istante prima che mettano giù e rispondi ed è un call center che vuole venderti un’assicurazione? Ecco.

6. Usa i social per fare quello che ti riesce meglio. Se sai raccontare, racconta. Se sai fotografare fotografa. Se sai lamentarti, fallo davanti allo specchio del bagno.

7. Evita le polemiche. Suonano sempre più infantili e fastidiose ti quanto ti sembrava mentre le scrivevi.

8. Ricordati che la collaborazione porta più lontano dell’invidia. E rende tutto più divertente. Se vuoi essere letto, leggi. Se vuoi essere consigliato, consiglia. Se vuoi essere sostenuto, sostieni. I libri dalle classifiche prima o poi escono, le amicizie sincere dalla tua vita no.

9. Segui le persone perché ti interessano, non per interesse. Si nota, la differenza, si nota.

10. Tratta il lettore tuo come te stesso.

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23 risposte a "Dieci cose da non fare se vuoi promuovere il tuo libro sui social"

  1. Ottimi consigli, sono più o meno le cose che, insieme a Irma Panova Maino, dico sempre ai miei autori, che mi ascoltano abbastanza, con piccole eccezioni, dovute forse più che altro all’ingenuità di chi non ha grande dimestichezza con i social. Vedo però vari scrittori o presunti tali su FB che avrebbero bisogno di leggere e meditare a fondo questo articolo.

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  2. Propongo che ogni autore impari a memoria queste dieci regole prima di pubblicare. Stile i primi dieci articoli della Costituzione ai tempi che furono dell’educazione civica.
    Ironici ma verissimi.

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  3. Sottoscrivo tutto, non ho nulla da aggiungere! Il bello è che quelli che più insistono, in un certo modo, sono gli stessi che hanno scritto un libro davvero brutto – per i miei gusti e parlo per esperienza personale.

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  4. Indicazioni proposte con garbo e con sano pragmatismo.
    «Ogni scarrafone è bello a mamma sua», ma quando riteniamo che sia il migliore al mondo, e lo facciamo con insistenza – pur se ingenuamente – la valutazione conseguente è spesso opposta.

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  5. Ci ho pensato perché per primo – quando aprii il blog – un po’ per ingenuità un po’ per entusiasmo, caddi nell’infelice condizione di chi crede di aver partorito chissà che fenomeno! Fu così che all’esordio riuscii a mettere a dura prova la pazienza di amici e di familiari, martellandoli sui benefici mentali, morali, fisici di cui avrebbe giovato la loro esistenza… leggendomi 😉 Nulla di più patetico!

    Non così per i testi su cui ho lavorato. Resiste, granitica, una sorta di pudore.

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  6. D’accordo su tutto, tranne che sul punto 5, purché usato con cognizione. Il solo modo per raggiungere i propri lettori abituali in modo efficace è con messaggi personali e mirati. Funziona. Vi assicuro. Certo, è inutile contattare gente che non legge.

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  7. Conosco almeno un paio di persone che non rispettano neanche uno di questi punti. Più che scrittori sono piazzisti e la differenza si legge…

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