
E tutti i nodi vennero al Tampax. Basta leggere alcune reazioni all’argomento mestruazioni per chiarirsi le idee su un certo modo di intendere il corpo delle donne e il suo posto nello spazio pubblico.
Premesso che gli uomini che comprano gli assorbenti e parlano delle mestruazioni esistono, grazie al cielo, così come quelli che riescono a farsi una ragione del fatto che le donne hanno un ciclo riproduttivo, premesso questo, ne esistono purtroppo altrettanti che non solo preferirebbero ignorarne l’esistenza, ma che storcono il naso. E non solo perché il sangue non è lo spettacolo ideale per nessuno all’ora di pranzo. Non è questo il problema.
Dietro le reazioni sbeffeggianti, infastidite, schifate ed esasperate al post sulle mestruazioni si nasconde un atteggiamento verso quegli aspetti della femminilità che non sono legati strettamente al piacere maschile. Per fare sesso con un uomo, una donna un paio di cosette sul suo apparato riproduttore deve saperle per forza. Per fare sesso con una donna, ad alcuni uomini non serve molto di più che un discreto senso dell’orientamento. Per un certo tipo di cultura maschile, che mi piace pensare minoritaria, il corpo femminile è terreno di caccia e luogo di fantasie esclusive e così fragili da rischiare di crollare, per esempio, al primo accenno che da qualche parte ci sia anche un utero.
Non si tratta di fare sesso solo quando ci si ama e si conosce così bene l’altra persona da apprezzare anche le sue caccole del naso. Il sesso è per ciascuno una cosa diversa, ma su un aspetto non si transige, per farlo serve un corpo. Corpo che, nel caso delle donne, diventa spesso oggetto di potere e di conquista. E conquistare anche strati di endometrio che vanno in necrosi ogni ventotto giorni probabilmente non rientra nei progetti di quei maschi alfa che nel rapporto con le donne fanno i giocolieri con la propria virilità, per poi dare la colpa a loro se sono cadute tutte le palline. Per non parlare del fatto che quando non sono le mestruazioni c’è il ciclo mestruale, che condiziona ancora di più la vita e il corpo di una donna. “Gridare ai quattro venti le vostre faccende è triste e inopportuno” è stato il senso di parecchi commenti al post sulle mestruazioni. Tutto il pacchetto, insomma, lo vogliono in pochi. O forse in molti, ma di certo non tutti. Ed è questa la prima parte del problema.
L’altro aspetto del problema, comune a molte battaglie femministe, è che alcuni uomini restano ancora spiazzati davanti al fatto che le donne si battono per qualcosa che riguarda loro e loro soltanto. “Ma come, e la carta igienica?” insorgono. “E i rasoi?” (che hanno l’Iva più misteriosa e sfuggente di Elena Ferrante, visto che nessuno riesce a capire a quanto stia). “Perché non vi preoccupate dei nostri problemi”, sembrano voler dire, “o almeno di quelli di tutti quanti, PRIMA che dei vostri?”
Sono convinta che sia soprattutto per questo che le lotte delle donne generano tanto fastidio negli uomini, inclusi alcuni intelligenti e dalla mente sgombra di pregiudizi. Sembra di cogliervi una sorta di rancore infantile perché non ci dedichiamo esclusivamente a loro. O almeno a salvare il mondo con il nostro esempio. Un fastidio profondo e viscerale perché ci occupiamo del nostro bene, prima che del loro. Perché ogni tanto veniamo prima noi.
Sei mitica.
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🙂 Grazie!
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Quanto apprezzo i tuoi post, non nei hai idea. Ci vorrebbe la possibilità di mettere stelline multiple. Il taglio che dai agli argomenti mi porta a riflettere oltre il tempo di lettura. Grazie.
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Grazie di cuore!
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