Ma perché sei sempre stanca?

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Questa donna si autodistruggerà entro…

5… Sei la prima a svegliarti, caffè, merende nello zaino, lavatrice, vestiti sul letto, merda i calzini del piccolo, non li ho lavati, se glieli infilo abbastanza in fretta forse non si accorgerà che sono di tre anni fa. Oggi hanno rispettivamente, ginnastica, educazione artistica, francese, yoga, canto, tennis, festa di compleanno anni settanta e il saggio di danza del ventre – quanti figli ho? Due, perché? – è il giorno della frutta di stagione – di che cavolo di stagione sarà la mela? – ho il colloquio con la maestra per cui ho dovuto chiedere un permesso due mesi fa, se mi sbrigo forse arrivo in tempo alla riunione di basket per decidere se le nuove divise devono essere verde pisello o verde pesto. E subito dopo devo correre perché oggi è la giornata Me and mummy alla scuola di inglese del piccolo e non parla d’altro da mesi. Months, sì, months, certo, tesoro. I’ll be there for you.

4… Sulla strada per l’ufficio ti ricordi di chiamare tua suocera, per sentire come sta. Sta benissimo, dice, è la compagna di stanza che sta male e non fa che gemere e lamentarsi tutta la notte e lei non riesce a chiudere occhio, non potrebbero spostarla e metterla con qualcuno di più silenzioso? Ah, dici che le pazienti in coma non le mettono nelle doppie? Che occasione sprecata. Comunque sì, per favore, vedi di sentire la caporeparto quando passi oggi. Come non passi? Ah che peccato. Ci tenevo tanto, ma no no figurati, capisco, ci mancherebbe. Del resto, io sono solo la suocera, chi vuoi che si preoccupi di una vecchia come me. Domani? Speriamo, chissà se sarò ancora viva domani. Portami qualche rivista, che le ho lette tutte. Ah, e anche quel brodo di pesce, quello dell’altra volta? Sì, quello che hai fatto cuocere per tutte quelle ore. E dai un bacio grosso al mio Stefano, tesoro mio, lo so che è sempre tanto impegnato, povero ragazzo, non lavorerà troppo? Mangia abbastanza? Digli di non preoccuparsi, di non stare a venire in ospedale, che poi si stanca, tanto lo so che mi vuole bene lo stesso.

3… Hai deciso di delegare, non puoi mica fare tutto tu, basta, e quindi al semaforo chiami tuo marito per ricordargli di fare tutto quello che gli hai delegato. Sì, certo, risponde subito lui, lo so, hai ragione, la cisterna del water ormai perde più acqua delle cascate del Niagara, l’amministratore è già cambiato due volte da quando dovevo chiamarlo per la macchia d’umidità in garage e… cos’altro c’era? Ah, sì, giusto, la raccomandata urgente da ritirare in posta. Vado subito, promesso, faccio tutto all’istante, così non mi dimentico. Sì, certo, no, figurati se domani devi ricordarmi tutto di nuovo. Ah! Ha appena chiamato il dentista per spostare l’appuntamento dei bambini, gli ho detto di chiamarti al cellulare così vi mettevate d’accordo. Ha chiamato la madre di un certo Gino, Pino, Lino… Sì, Martino, brava, come hai fatto a indovinare? Ah sì, è il suo migliore amico? Dall’asilo? Ma pensa. Era per un regalo di classe, non ho ben capito, ti chiamerà. E anche il falegname, per quel preventivo.  Come? Mia madre vuole stare con una tizia in coma?

2… Hai appena parcheggiato quando ti chiama la tua capa. Consegna anticipata, vogliono tutto entro domani pomeriggio, ho detto che non c’era problema. Non ti spiace fermarti un po’ di più oggi, vero? Se perdiamo questo cliente tanto vale che chiudiamo baracca e burattini e ce ne andiamo tutti a spasso. Tu per prima. Permesso? Quale permesso? Verde pesto? Quale mummia? Riagganci e un attimo dopo torna a squillare. Sì, rispondi subito, sì, stasera conta su di me. E dal silenzio sorpreso ti viene il dubbio. Oh, tesoro, è magnifico, esclama tua madre, ti preparo le lasagne come piacciono a te e la torta salata e l’arrosto con le patate e farò una torta al cioccolato, che mi sa che hai bisogno di energia, hai sempre la voce così stanca.

1… E si fa sera. E sei in ritardo sulla consegna, ci sono 478 messaggi nuovi nelle chat di classe, 324 in quella del basket e 673 in quella di tua suocera, non sei passata a ritirare le raccomandate, non hai richiamato la madre di Martino che è una che se le lega al dito, non hai scongelato il pesce per il brodo, ti sei scordata di avvisare la maestra che non saresti arrivata al colloquio, sei passata al volo da tua madre a un’ora indecente e hai mangiato tutto quello che aveva preparato praticamente sulla soglia – Non va mica bene, devi avere cura di te, guarda che faccia tirata hai, non vai più da quel parrucchiere tanto bravo? – e quando hai cambiato l’appuntamento dal dentista per i bambini ti sei dimenticata di prenotare per te e quel molare adesso ti fa un male boia. E soprattutto, soprattutto, non sei arrivata in tempo alla giornata Me and mummy, così tuo figlio ha recitato il suo dialogo con – orrore – la mamma di Claudia, alias l’anima della chat di classe, alias la mummy per eccellenza, che più mummy non si può. Mi spiace tesoro, gli dici, al momento della buonanotte, in ginocchio sui Lego, ti prometto che alla prossima verrò e comunque vedrai, papà ci sarà di sicuro alla sua… come? Non c’è la giornata Me and daddy? Ma che bastardi. Scusa, assholes, volevo dire assholes. Buonanotte amore, e sì, domani ti lavo i calzini, promesso. Lo so, grazie amore, lo so che mi vuoi bene. Come? Sì, scusa, hai ragione, mi spiace di essere sempre così stanca.