Quand’è che i bisogni altrui cominciano a diventare nostri? Quand’è che passiamo da preoccuparci a occuparci, quand’è che iniziamo a sentirli sulla pelle, i bisogni degli altri, quanto e più dei nostri?
A un certo punto succede. Arricci le labbra quando il bebè impara a bere, oscilli come se lo cullassi anche dopo averlo messo giù, soffri quando piange come se l’urlo ti nascesse dal petto.
Sembra che esista una fase nella vita dei nostri figli senza terra di mezzo. O sei una madre sacrificata o sei una madre negligente. Certo, i padri dove sono e il congedo paterno e tutto quello che volete, ma vi sfido ad andare dal toro quando vi viene voglia di un cappuccino. Così, per lasciar fare un riposino alla mucca.
Ma quando finisce? Quand’è che i bisogni altrui tornano a essere semplicemente altrui? Quand’è che smettiamo di ritrovarceli incollati addosso come mosche sulla carta moschicida? Quand’è che smettono di riguardarci così da vicino, di far parte di noi?
A giudicare da alcune donne verrebbe da rispondere mai. E non si tratta di egoismo. Non credo. Credo che sia vero il contrario. Credo che a inseguirli troppo a lungo, i bisogni altrui fagocitino lentamente i tuoi, fino a diventare indistinguibili. Ti svuotano a tal punto che se non vuoi essere risucchiata nel tuo vuoto, devi per forza guardare altrove. E fingere che quell’altrove sei tu.
C’è un momento, però, in cui quei bisogni si scollano improvvisamente da te. Quello in cui si trasformano in meriti, trofei, sentimenti, orizzonti, emozioni, risate, amori. E nessuno di questi ti riguarda o ti appartiene. E ti lasciano indietro, a salutare con la mano e il groppo in gola dall’altra parte di un finestrino. Mentre ti chiedi che cosa te ne farai, ora, di tutti quei bisogni che ti si erano rannicchiati dentro e ti sono stati appena strappati via.
Cerchiamolo meglio, allora. Sforziamoci di trovarlo. Il momento in cui siamo noi a lasciarli andare, quei bisogni. Il momento in cui possiamo affrontarli con tutta la serenità che ci serve per dire: Sì, ma ci sono anch’io. Incastrata fra i tuoi bisogni e i miei sogni, ci sono anch’io.