“I maschietti sono fatti così, sono più portati ai giochi aggressivi.”
“Ha bisogno di esprimere la propria energia, è molto fisico.”
“Se ti picchia è perché in fondo in fondo gli piaci.”
“È tutto testosterone!”
“È colpa tua che ti metti a piangere e gli dai soddisfazione.”
“Il mio Mario tocca già il sedere alle compagne, da grande sarà un donnaiolo.”
“Ha solo bisogno di sfogare l’energia.”
“Devi portare pazienza con lui, ha difficoltà di apprendimento e ti picchia per sfogare la frustrazione.”
“Non mettetevi la gonna, se non volete che i maschi cerchino di guardarvi le mutandine.”
“Con i maschi bisogna avere pazienza.”
“È il suo modo di esprimersi.”
“Se vuoi fare giochi da maschi, tanto vale che ti abitui.”
“Voi femmine siete più mature, cerca di capirlo e vai tu a chiedergli scusa.”
“Sicura di non avere fatto niente per provocarlo?”
Sono alcune frasi che probabilmente abbiamo sentito e forse anche detto, magari senza renderci conto che erano tanti mattoncini della cultura dello stupro che ci circonda e che dietro ogni frase si nascondeva il bisogno di giustificare la violenza maschile, perché è su quella violenza che poggiano le basi del potere in una società patriarcale. Possono sembrare innocue, ma sono frasi pericolose, perché abituano le bambine a essere dalla parte sbagliata del potere, a dubitare prima di tutto di se stesse, le convincono che il valore e la maturità di una donna si misurino anche con la sua capacità di sopportare. Lo dimostra il fatto che dietro quelle frasi si nasconda spesso la paura di crescere un maschio “debole”, che scivoli troppo lontano dalla propria posizione di privilegio. E sì, certo, esiste anche la violenza femminile, ma non fa parte del sistema di potere in cui viviamo e proprio per questo si è spesso molto più rapidi e meno esitanti al momento di condannarla.
Grazie come sempre alla community della pagina Facebook Rosapercaso, da cui arrivano questi esempi.