Il profumo del ciclostile

Ho deciso: darò retta a chi dice che senza libri cartacei non può stare solo quando lo scriverà su tanti pezzettini di carta (profumati di carta) e li spargerà ai quattro venti. Finché lo scrive sui social (sui social! e il ciclostile? non profumava anche lui, forse, porello?) digitando su una tastiera invece di impugnare anche solo una penna a sfera, mi spiace ma verrà ignorato.

Intendiamoci, non ho niente contro la carta, affatto. Proprio come non ho niente contro le care vecchie lettere. Le preferisco di gran lunga alle mail, che scompariranno senza lasciare traccia, stanno rendendo la gente sempre più maleducata e – orrore! – non profumano per niente. Ma se mi chiedete quando è stata l’ultima volta che ne ho scritta una, confesso che non me lo ricordo. E mi dispiace, non dico di no. Ma scrivo mail per lo stesso motivo per cui compro e leggo (e scrivo) ebook: perché è più pratico, rapido ed economico.

Ora, non dico che non si possa piangere la carta perduta, per carità, fra tanti esercizi inutili, meglio questo che il tiro al piccione, ma quello che non sopporto è il tono un po’ snob che c’è dietro, quello che lascia intendere che i veri lettori siano loro, non tutti gli altri corrotti dalla modernità, ignorando probabilmente che i lettori forti sono passati quasi tutti al digitale, perché non avevano più spazio in libreria (o più soldi, o entrambe le cose).

È lo stesso atteggiamento, in fondo, di chi snobba la letteratura di genere (e in particolare il rosa) e millanta di leggere solo classici, cosa che mi fa sempre sospettare che in realtà non legga affatto.

L’importante è leggere, insomma. Che sia in digitale o su carta. Che siano classici o libri di intrattenimento. C’è solo una cosa più bella di leggere, è leggere e poi condividere il piacere della lettura. Quindi piantiamola di andarcene in giro con il naso sdegnosamente alzato quando si tratta di libri, anche perché se lo alzate tanto, non lo sentirete mica questo benedetto odore della carta. 🙂