
1. Proprio vero che i ragazzi non leggono i libri. Li divorano. Se amano un romanzo lo finiscono in una sera. Se non sono interessati, invece, lo mettono giù dopo poche pagine e non lo riprendono più in mano. Leggono eccome, solo hanno il privilegio di leggere come vivono, senza mezzi termini e mezze misure.
2. Quando chiedi qualcosa a un adolescente non otterrai quasi mai la risposta che cercavi. “Che libro vorresti leggere? Su che argomento?” E se la ottieni, di solito è dopo un sacco di sbuffi e dopo averglielo chiesto cento volte e con ogni probabilità avrà finito per dirti quello che immaginava volessi sentirti dire, perché ti togliessi dai piedi. Le risposte degli adolescenti e dei preadolescenti, però, sono anche piccole esplosioni meravigliose di significato, che non c’entrano niente eppure contengono esattamente quello che cercavi prima ancora di avere capito che cercavi proprio quello. Perché la verità è tangenziale e caotica, e loro lo sanno, siamo noi che ce ne siamo dimenticati e abbiamo finito per credere ai nostri criteri patetici per inscatolarla e tenerla a bada.
3. Se domandi a un ragazzo se un libro gli è piaciuto ti risponderà semplicemente sì o no. E se gli chiedi anche perché probabilmente ti risponderà con una scrollata di spalle scocciata, perché il piacere andrebbe vissuto, non raccontato e di certo non analizzato. Il piacere è intimo e prezioso. Chi ha voglia di raccontare il gusto di una tavoletta di cioccolato mentre la mangia o mentre ne conserva ancora il sapore sulla lingua? E quando invece ti rispondono, spesso lo fanno con una frase sola, che le contiene tutte e il cui significato è riassumibile con: “Perché parla di me”. E il senso dei libri non è proprio quello, il senso più profondo e prezioso, il motivo per cui sono indispensabili?
Insomma, altro che preoccuparci perché i ragazzi non leggono. Dovremmo ricominciare da capo a imparare a leggere da loro.