
Dopo i buoni motivi per NON diventare autori esordienti, o almeno per fermarsi e porsi qualche domanda prima di mandare il nostro manoscritto in lettura, ecco i buoni motivi per RIscrivere una storia. E non mi riferisco a una rilettura superficiale, a un editing rapido che serve giusto a cambiare qualche pagina di dialogo e a correggere qualche incongruenza qua e là. No, la RIscrittura di questo nuovo manuale è drastica, impietosa, si abbatte come uno tsunami sulle nostre pagine, ma al tempo stesso è rigenerante, soffia nuova vita sulle braci della nostra storia e soprattutto è un’occasione unica per riflettere sull’atto creativo in sé, da una prospettiva nuova.
Ma attenzione, riscrivere in questo caso non equivale a correggere e non ha niente a che spartire con l’editing, che appunto ha lo scopo di individuare e risolvere i problemi di un testo.
La RIscrittura come la vedremo qui non muove necessariamente da un testo che non funziona. Sono convinta che abbia ragione di esistere anche a partire da storie che di per sé sono riuscite, che si consideravano concluse e che non appena vi soffiamo sopra di nuovo riprendono vita, in un palpito inaspettato.
Probabilmente ci sono storie che una volta terminate non ammettono cambiamenti o ribaltamenti di trama, ma sono poche, a mio parere. Quasi tutte possono essere riprese in mano e trasformate, proprio come succede con la narrazione orale, come quando raccontiamo sempre la stessa storia ai nostri figli, in macchina, prima di andare a dormire, a tavola, e ogni volta aggiungiamo un dettaglio, un bivio narrativo, un personaggio, finché la storia a poco a poco non prende percorsi impensati e impensabili la prima volta che l’abbiamo raccontata.
La RIscrittura ha un fascino tutto suo, attinge al cuore pulsante della nostra ispirazione, fa sorgere domande a cui non avremmo mai pensato. Ci mette davanti ai nostri personaggi in un confronto serratissimo, costringendoci spesso a guardarli davvero, o almeno sotto una nuova luce. Permette di sbirciare nelle zone d’ombra della nostra storia (ogni trama ha le sue) quelle che per motivi di tempo, di economia narrativa o di pigrizia non abbiamo indagato abbastanza, per scoprirvi nuovi risvolti, episodi che aspettavano solo di essere scritti, emozioni intense e scene che racchiudono, a volte perfino meglio di tutte le altre, il senso della nostra storia e del nostro narrare.
La RIscrittura è un esercizio magico e prezioso, che consiglio a chiunque ami cimentarsi con la scrittura per il puro piacere di scrivere e di creare, senza ansie da nome in copertina e da posizione in classifica. Ci si può armare di carta e penna o provare semplicemente a immaginare quali nuove vite potrebbe avere la nostra storia.
E i risultati ci stupiranno.
Nell’ombra proiettata dalla nostra storia si nascondono infatti altre decine di storie. E abituare lo sguardo a distinguerle, lasciarle interagire con la storia principale, lasciare che la corrompano, che la obblighino a prendere nuove strade, seguirne i percorsi di significato senza preoccuparci di dove ci porteranno, è un’esperienza entusiasmante, forse perfino di più della prima stesura. È un viaggio senza mappa, nel sottobosco della nostra creatività, dove si agitano le storie ancora da raccontare.
Vedremo insieme, in questo nuovo manuale che si affianca al Manuale di NON scrittura creativa, come procedere in questa avventura. Perché si inizia con il fiato sospeso, ma quando si arriva alla fine si cammina a qualche metro da terra. E comunque sia andata, avremo imparato qualcosa di importante su come nasce una storia. E su come nasce uno scrittore.