Quante sono le donne che si fanno male?
Quante sono le donne con qualche cicatrice di troppo addosso, quelle che custodiscono qualche male in segreto, come un alleato crudele che le divora in silenzio? Quante bevono di nascosto e si mordono le labbra per tenersi la tristezza dentro? Quante mangiano troppo o troppo poco, perché punirsi è più facile che perdonarsi? Quante si seppelliscono sotto i bisogni altrui per cancellare se stesse?
Che cosa dobbiamo perdonarci, poi? Forse quella donna che ci scalpita dentro e che nessuno vuole vedere, ogni tanto neanche noi. Quei sogni azzardati e ribelli per cui ci dimentichiamo sempre di apparecchiare alla tavola delle nostre giornate. Perché ci facciamo male? Perché ci ammazziamo di fatica e di sensi di colpa?
Chi è che cerchiamo di cancellare a poco a poco? È la donna che siamo davvero e a cui il mondo intorno a noi non vuole fare spazio? Anni e anni dedicati a imparare a farci piccole piccole, a occupare solo lo spazio che ci concedevano, non un millimetro in più e mai scomposte, senza farci notare troppo, senza alzare la voce. Come le principesse che ci hanno insegnato a essere, le principesse che meritavano sempre una carezza e un dolcetto e un bacio della buonanotte. È quello che stiamo inseguendo, cancellando la donna adulta che siamo diventate? È lì che vogliamo tornare? A quella principessa docile e composta che si sedeva sulle ginocchia altrui e sorrideva per ogni complimento e crescendo imparava a stare al suo posto e a prendersi cura degli altri e a venire sempre dopo, sempre per ultima, in fondo ai bisogni altrui, quando tutti gli altri avevano il piatto pieno e lei doveva ancora sedersi?
Stiamo punendo la parte più vera di noi e intanto qualcuno ci canta intorno che le donne si accaniscono contro se stesse e gli uomini invece contro gli altri e ci culliamo nella consapevolezza che debba essere così, che così era scritto. E continuiamo a farci piccole piccole e a soffocare quella voce che ci grida dentro che non ci basta, che stiamo marcendo dentro perché non abbiamo abbastanza spazio attorno e perché ci manca l’aria, ci manca la voce, ci manca il tempo, ci manca tutto quanto, stiamo morendo a poco a poco, ci stiamo lasciando asfissiare da una società che non ci ha previste, che non ha bisogno della nostra libertà, che si fonda interamente sulla nostra mancanza di libertà e che non ci darà mai quello che ci serve per essere felici, se non rientra nei suoi piani.
Quindi no, non è vero per niente, le donne non sono autolesioniste, hanno semplicemente imparato a diventarlo, a furia di farsi piccole piccole per stare dentro lo spazio lasciato loro dai bisogni degli uomini, per potersi sedere sulle loro ginocchia e sentirsi dire brava. Ma è un attimo, in realtà, un battito di ciglia, non ci serve altro. Il tempo di perdonarci perché non siamo come ci vorrebbero, decidere che va bene così, sì a noi soltanto, perché noi bastiamo, e riprenderci la vita che ci meritiamo.