Ammettiamolo, la classifica degli ebook è diventata un po’ come il cestello dei cd a 1 euro, che trabocca di compilation di lambada e dei primi successi dei Ricchi e poveri. Qualche chicca la si trova, non dico di no, ma per lo più il panorama è sconfortante.
Lo diceva Stefano Tettamanti più di un anno fa: da strumento per leggere la realtà, le classifiche sono diventate uno strumento di vendita (lui però lo diceva molto meglio, qui). Ora dalla vendita siamo passati alla svendita. Soprattutto nella classifica dei rosa
Tanto per spazzare via ogni dubbio, se vi state chiedendo (e lo so che ve lo state chiedendo) se sono invidiosa degli autori in testa alle classifiche, certo che sono invidiosa. A chi non piacerebbe? Non ho forse provveduto a spammare ovunque lo screenshot le poche volte che ci sono arrivata, neanche fosse stato un selfie con Umberto Eco? Ma altrettanto sinceramente vi dirò che inizio a chiedermi se sia davvero un bene, stare lassù, fra emeriti sconosciuti, romanzi sgrammaticati e dai meriti discutibili, titoli a 0,99 e la calca dell’unlimited che scusatemi tanto, non per essere poco ospitale, ma dovrebbe stare altrove.
Insomma, aveva ragione Stefano Tettamanti: le classifiche di vendita andrebbero abolite, soprattutto quelle relative al digitale. E già che ci siamo si potrebbero abolire anche quelle terribili recensioni che non scendono sotto le quattro stelline neanche per le storie illeggibili, perché ormai è risaputo che si rischia il linciaggio (infatti se ne è beccate due praticamente solo Anna Karenina, probabilmente contando sul fatto che Tolstoj non ha un grande seguito sui social).
Ma non temete. La classifica di vendita come la conosciamo ha davvero vita breve. Infatti sta per essere sostituita:
– dalle classifiche personalizzate. Nell’epoca della customization, dell’unico libro per te, del nome sulla Nutella (sì, lo so, sono fissata), non vorremo mica avere tutti la stessa classifica, no? Vuoi non avere una classifica dedicata, con i libri che tu ancora non lo sai ma desideri follemente leggere, comodamente ordinati in ordine di vendite (non sia mai che ti capiti per sbaglio di leggere un libro che non ha venduto un tubo)?
– dalle classifiche-Google. Un po’ come quando basta digitare una parola e Google te la traduce in cinque lingue nel tempo che una volta ci voleva per pensare di aprire il dizionario (con buona pace del pesce scala che trovate sotto). Tipo che digiti “appartamento a Marsiglia” e ti salta fuori un romanzo di Jean-Claude Izzo. O “ricetta arancini” e ti trovi la bibliografia di Camilleri. Anzi, non ci sarà neanche bisogno di digitarlo, vi basterà dare un’occhiata agli articoli per il tennis sul sito di Decathlon e al primo passaggio su uno store vi troverete Open nel carrello della spesa. Comodo, no?
– dalle classifiche-Masterpiece. Il primo talent store in cui i lettori decidono in diretta se lo storytelling è il tuo mestiere, se sei bravo nei monologhi e come te la cavi con la scrittura veloce. In uno scenario ideale non troppo lontano (quando le case editrici saranno considerate alla stregua di mammut saccenti), succederà tutto in diretta: pitching, stesura del testo, pubblicazione, acquisto e recensioni. E tutto nel giro di mezz’ora al massimo, che poi la gente si distrae (date retta al recensore di Anna Karenina con le sue due stelline, che scrive saggiamente: “Sicuramente è un bellissimo libro ma è talmente lungo da leggere che ogni tanto ti prende lo sconforto di non riuscire ad andare avanti!”.)
Insomma, faremmo bene a frugare con attenzione nel cestello a 1 euro, perché fra un po’ ci toglieranno anche quello. Quando proveremo ad avvicinarci, una commessa cortese ma ferma ci dirà che non sono libri adatti a noi e ci piazzerà in mano il nostro cestello a 1 euro personalizzato.
E a quel punto, se ci troviamo dentro gli esordi dei Ricchi e poveri, ci toccherà pure farci qualche domanda.