Lo stesso figlio

ipe-yellow-1741843_960_720Eppure è sempre lui.

È lo stesso figlio a cui hai portato il monopattino in spalla al ritorno da scuola fino a un’età scandalosamente avanzata, quando avrebbe potuto farlo tranquillamente da solo. Perché poverino, quando esce è stanco morto.

È lo stesso figlio per cui hai litigato con la tua migliore amica, perché sua figlia lo prendeva sempre in giro per le orecchie a sventola e lui poi ci stava malissimo (le donne sono tutte troie, amore mio, tutte tranne la mamma).

È lo stesso figlio a cui hai sempre fatto trovare la mela già tagliata e a fettine sottili, perché così è più buona. Lo stesso a cui tagliavi la crosta del toast e a cui passavi il mandarino una fetta dopo l’altra, in modo che potesse correre con i suoi amici mentre faceva merenda e prendesse abbastanza vitamine.

È sempre lui.

È lo stesso figlio a cui hai permesso di mettere il canale dei cartoni animati mentre tu leggevi le notizie sullo schermo del cellulare. Fino a quando non ha voluto giocare con il tuo cellulare e ti ha lasciato il telecomando. È lo stesso figlio per cui hai rinunciato a viaggiare finché non l’hai portato a Disneyland. Lo stesso figlio con cui hai passato pomeriggi interminabili a ripassare la tabellina dell’otto e la fotosintesi.

È lo stesso figlio a cui hai cercato di costruire intorno la migliore delle vite possibili, perché a soffrire si fa sempre in tempo e che la vita fa schifo lo scoprirà da solo e più tardi è meglio è.

È lo stesso figlio che da un giorno all’altro è cresciuto e ha iniziato a scrollarsi il tuo amore dalle spalle con un gesto infastidito. Lo stesso figlio che adesso ha solo voglia di imparare a sbagliare e di farlo da solo. Lo stesso figlio che sbatte la testa contro limiti inesistenti cercando se stesso, soffiando e sbuffando come un animale in gabbia, cercando la lite e un posto per quella rabbia nuova che si è scoperto dentro e a cui sembra aver dato il tuo nome. O il nome del suo affetto per te.

Lo stesso figlio che gira la faccia quando provi a chiedergli un bacio, a cui riesci a malapena a raddrizzare il colletto prima che esca con gli amici. È lo stesso figlio che adesso si nasconde dietro la porta chiusa e ti lascia il telecomando del televisore e anche il cellulare, perché il suo è più veloce e ha più memoria.

Lo stesso figlio che adesso non devi più andare a prendere da nessuna parte e che ti ha svuotato le giornate di colpo, lasciandoti con un sacco di tempo libero e nessuna idea di come utilizzarlo. A parte imparare da capo a fare la mamma e a fare la donna, a nascondere la premura dietro i divieti, a scivolare sullo sfondo della sua vita buttando qua e là regole incerte e speranzose. A parte fare lo yo-yo fra i suoi bisogni improvvisi e i suoi divieti.

Mentre scopri che l’amore di una madre è sempre troppo o troppo poco. E ti viene il dubbio improvviso che non si nutra affatto di sacrifici e preoccupazioni come hai sempre pensato. Che in realtà si sia sempre nutrito soprattutto di ricordi. In una rincorsa al contrario in cui più ci si affanna e più ci si allontana da quell’amore perfetto e impossibile da cui è cominciato tutto.

Allora d’accordo, ricominciamo tutto da capo. Tutto al contrario. E se potessi tornare indietro glielo lasceresti portare da solo il monopattino su per le scale, anche se vederlo sudare e affannarsi è più difficile che spaccarsi la schiena per farlo al posto suo. Perché hai scoperto che il regalo più prezioso che puoi fargli non è difenderlo dalla paura e dalla fatica e dal resto del mondo, ma lasciare che il sorriso orgoglioso che gli illumina il viso quando è arrivato in cima sia soltanto suo.

 

6 risposte a "Lo stesso figlio"

  1. Grazie. Ma ho avuto 4 figli/e e ho sbagliato ogni volta. Adesso mi piacerebbe rimediare ma ora che ho 65 anni la quinta figlia non posso permettermela.

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