Il femminismo rosa della Mamma Polpo

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Foto :: wintertwined :: (CC)

 

Ci sono momenti in cui le battaglie contro gli stereotipi di genere si schiantano contro la realtà con la delicatezza di una valanga. Come quando guardi la lista dei regali chiesti dai tuoi figli a Babbo Natale. O quando a tavola aspetti che ti serva il vino un uomo. O quando supplichi tuo marito di andare a fare benzina al posto tuo.

Poi ci sono quelli che io chiamo i momenti da Mamma Polpo, in cui ti ritrovi a chiudere gli scarponi da sci di un figlio con una mano, mentre con l’altra mano infili i guanti all’altro figlio e con l’altra mano ancora raccogli il cappello prima che finisca sul pavimento bagnato e con l’altra mano ancora chiudi la bottiglia di succo prima che si rovesci sopra l’unico maglione del figlio e con l’altra mano ancora regoli l’elastico degli occhiali da sci di un altro figlio e con l’altra mano ancora aggiusti una bretella di un altro figlio e con l’altra mano ancora impedisci a un altro figlio di divorare la merenda alle nove del mattino e con l’altra mano spalmi la crema da sole a tutti i figli, nel tempo che ci vuole a tuo marito per chiederti se hai visto i suoi occhiali da sole. E no, prima che me lo chiediate, non ho otto mani. E neanche otto figli (anche se ogni tanto mi sembra di sì).

Questo genere di momenti. Che quando finiscono mi trovano più o meno dell’umore di Crudelia de Mon quando si accorge che i cuccioli sono scomparsi (con la differenza rilevante che i miei cuccioli non sono andati da nessuna parte e cercano di uccidersi a vicenda a pochi metri da me). Ecco, è allora, terminato il momento, mentre mi affanno a chiudere i miei di scarponi, infilarmi i miei guanti, raccogliere il mio cappello, regolare l’elastico dei miei occhiali e spalmarmi la crema da sole, un attimo dopo che mio figlio mi abbia chiesto quando andiamo a sciare e un attimo prima che mio marito mi chieda perché sono così nervosa visto che siamo in vacanza. È in questo preciso istante che me ne ricordo.

Che cosa direbbe il femminismo rosa in una situazione simile?

Perché la teoria la conosco, ma nella pratica io proprio non ce lo vedo mio marito con otto mani. Datemi della sessista, ma l’unica volta che ho visto un uomo fare due cose contemporaneamente stava starnutendo e rispondendo al cellulare nello stesso istante. Con risultati non proprio eccelsi.

Allora, come se ne esce? Spero non come sono uscita io da quel noleggio sci: sudata, isterica, stanca morta e soprattutto arrabbiata con me stessa perché in quel preciso istante ero così diversa dalla donna felice e sorridente che avrei voluto essere. Certo, potrei lasciar fare a mio marito, direte voi, ma anche nella più ottimistica delle previsioni è comunque richiesto un tempo minimo di addestramento (cinque o sei anni?) che nel noleggio sci, circondata da sciatori impazienti che si lanciavano scarponi e racchette sopra la mia testa, non avevo proprio. Oltre al fatto che anche nella più ottimistica delle previsioni, tempi minimi di addestramento compresi, il cappello sarebbe finito sul pavimento bagnato, il succo sul maglione e la crema da sole non sarebbe mai arrivata sulla faccia dei miei figli.

Lo so che adesso verrete a dirmi che la colpa è mia e delle donne in generale e che dovrei tirarmi indietro, lasciarli aspettare, non voler fare tutto da sola, smetterla con la mania del controllo. E probabilmente avete anche ragione (la colpa, del resto, si sa, è sempre delle donne). Ma dopo una sessione di Mamma Polpo non c’è spazio per fare slalom fra i sensi di colpa, ve l’assicuro. Una pista scesa di filata da sola, invece, dove per una volta l’unica che rischia di rompersi qualcosa sono io, fa miracoli. L’amore è la risposta, dicevano. Ogni tanto lo è anche la solitudine. Non sempre. Solo ogni tanto. Noi donne abbiamo tanti sorrisi diversi, quando stiamo bene con il nostro compagno, con i figli, con le amiche… Ma c’è un sorriso speciale, inimitabile e fin troppo raro: quello che ci spunta sul viso quando stiamo bene con noi stesse.

Ecco allora come se ne esce, forse: ricordandosi di sorridere di più, anche da sole.

15 risposte a "Il femminismo rosa della Mamma Polpo"

  1. Lo so, lo so, hai ragione, lo sono! (Per fortuna, aggiungo.) Ormai lo sapete che i miei post sono da prendere sul serio solo a metà. Ti dirò di più, mio marito è bravissimo in realtà quando si occupa dei bambini. Ma c’è un fondo di verità, questo sì… 🙂

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  2. Sirridere da sole con la pioggia e con il sole. Riguardo alla leggenda che non riusciamo a fare due cose contemporaneamente, come leggevo da qualche parte è ormai scientificamente smentita dai fatti. La prova? Le tette! Sono due e riusciamo a vederle entrambe contemporaneamente… 🙂

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  3. Ho riso molto, adoro le tue generalizzazioni, mi ci ritrovo appieno e le condivido al 100%..devo dire che la te sudata, irritata, in versione polpo vista dall’esterno è molto divertente…saper ridere di noi e guardarci da fuori credo sia una gran virtù e non è da tutti!

    Un caro saluto Mara 🙂

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  4. Ecco un’altra buona ragione (oltre al freddo e al rischio di rompersi una gamba) del perchè preferisco il nuoto allo sci: costumino e… mamma vi guarda da riva! (con un libro sul telo e un sorriso a trentadue denti). 😉

    Concordo che dobbiamo liberarci dalla mania del controllo: in fin dei conti, alla fine, bene o male, i figli si autogestiscono da soli. Per esempio i miei oggi (che io avevo la testa altrove e mi sono dimenticata di preparare gli zaini del nuoto), o hanno controllato prima di partire da casa, o hanno nuotato con il costume di ieri, in ogni caso sono tornati a casa tutti contenti e dato che nessuno ha detto nulla, io non ho chiesto… 😉

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